domenica 12 febbraio 2017

Donne, arti marziali e sessismo giornalistico

La cronaca ha portato i nostri occhi a fissare punti differenti delle carte geografiche, ma probabilmente qualcuno di voi ancora ricorda l'Afghanistan (quello Stato di cui molti ignoravano persino l'esistenza e che qualche anno fa pareva essere diventato il centro del mondo, calamitando su di sé l'attenzione internazionale, con le notizie su Bin Laden e l'incubo dei talebani).
Ebbene, l'Afghanistan non ha cessato d'esistere, sebbene l'interesse dei media si sia spostato altrove: sta ancora lì dove stava, vicino ad Iran e Pakistan, non lontano dal Mar Caspio, con le sue alte vette ed il suo clima che pare oscillare perennemente tra il torrido ed il glaciale, col suo mosaico di etnie. Coi suoi problemi e le sue difficoltà, anche, che non hanno cessato d'esistere soltanto perché l'Occidente ha voltato lo sguardo altrove.
In questo Paese una giovane donna fuggita all'esterno ha fatto ritorno e, dopo aver appreso in Iran il Wushu, è tornata, per insegnare alle donne della sua terra una disciplina che non è solo autodifesa, ma diviene, tra queste vette innevate, lotta per i propri diritti. 
L'AGI (Agenzia Giornalistica Italiana) ha dato risalto alla notizia - e questo è certamente un merito - ed ha scritto un bell'articolo - altro merito incontestabile - ma ha svilito il tutto con un titolo sessista: "Le guerriere dell'Afghanistan che danzano sul ghiaccio".
Il Wushu non è danza, è arte marziale. E, come peraltro viene correttamente asserito nell'articolo, queste giovani guerriere si allenano con costanza e serietà per combattere per sostenere e reclamare i propri diritti di donne e di sportive. 
Non sono ballerine, non danzano. 
Chi mi legge da più tempo sa che non ho nulla contro la danza che, anzi, amo ed apprezzo molto, ben consapevole degli sforzi, della dedizione e dell'impegno che richieda una simile disciplina.
Il punto qui non è la danza, ma il sessismo. 
Provate a declinare lo stesso titolo al maschile: "I guerrieri dell'Afghanistan che danzano sul ghiaccio". Chi di voi non ha trattenuto un sorrisetto, pensando subito a qualcosa di ben poco guerresco e certamente non virile? 
Il che è, a sua volta, sessista. Perché non è regola immutabile che un ballerino debba essere effeminato o gay. 
Il punto è che guerrieri e danza non sono compatibili, né al maschile né al femminile. E, in un mondo ed in un tempo in cui l'informazione è spesso mordi e fuggi, in cui moltissime persone si limitano ad un'occhiata sommaria ai titoli senza prendersi la briga di leggere un articolo per esteso, una simile leggerezza nella titolazione fa la differenza tra un articolo di cronaca che racconta una vicenda di orgoglio e di riscossa femminile ed un branetto di costume locale folkloristico. 

2 commenti:

  1. Purtroppo, il sessismo nelle arti marziali è più che mai presente. Io stesso mi sono trovato a dover ascoltare il mio maestro argomentare perché, secondo lui, le donne sono più "inclini a giocare e chiacchierare che a prendere le cose seriamente", oppure perché durante i giorni del ciclo sono "instabili" e dunque è pericoloso allenarsi con loro, o ancora che tendono a "infatuarsi dei maestri" (e qui siano all'assurdo: più che di transfert, sembrava parlasse proprio di un'indole connaturata all'universo femminile). Siamo anni luce dal superare i paradigmi patriarcali su cui si fonda la nostra società, tanto nelle arti marziali, quanto in qualsiasi altro ambito. Per non parlare del machismo e del fascismo negli sport da combattimento...

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    1. Orfico, non so quale disciplina marziale tu pratichi né conosco il tuo maestro, ma mi spiace sinceramente leggere queste tue parole che, davvero, denotano quanto arretrate e radicate possano essere certe convinzioni in fatto di donne ed arti marziali. Il Medioevo pare non essere così lontano nel passato, dopotutto...
      Ti ringrazio molto per il commento, ciao.

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