giovedì 21 luglio 2016

Convinzione, fede e fanatismo tra storia ed antropologia

L'essere umano non basta a se stesso. 
Sin dai tempi più remoti, ciò che forse ha differenziato maggiormente la nostra specie dalle specie animali che popolano la Terra è proprio la capacità di porci domande sul "divino".
Alcune delle pitture rupestri nella Grotta di Lascaux, Francia
Circa 18mila anni fa l'uomo di Cro Magnon (per capirci: noi siamo i Sapiens Sapiens, sottospecie degli Homo Sapiens così come pure i nostri estinti "cugini" Neanderthal. I Sapiens sono comparsi come specie tra i 200.000 e i 40.000 anni fa. L'uomo di Cro Magnon è un altro nostro "cugino", un Sapiens molto diffuso nel Paleolitico Superiore ed i suoi resti in nostro possesso sono datati attorno al 30.000 a. C.*) riempì di disegni una grotta poco distante da Montignac, in Francia, creando quella che a tutt'oggi viene considerata la Cappella Sistina del Paleolitico: la grotta di Lascaux.
Gli archeologi nutrono pochi dubbi circa il significato simbolico e religioso di queste antichissime pitture rupestri: propiziarsi una buona caccia, invocare la protezione dai pericoli...

Noè ed il Diluvio Universale in un manoscritto
del XV secolo, Herat, Afghanistan.
Le divinità, prima identificate con elementi naturali (in alcune società odierne sussiste ancora oggi l'animismo, in cui si venerano ad esempio fiumi o caverne, animali o fenomeni naturali come i fulmini o la pioggia), vennero poi personificate in Medio Oriente ed in Europa: nascono così Enlil ed Enki in Mesopotamia e, in tempi più vicini a noi, Zeus, Atena, Apollo e tutta l'allegra combriccola olimpica in Grecia.
Discorso a parte merita l'incorporeo Yahweh, il Dio unico biblico della tradizione ebraica, la cui venerazione è giunta fino ai giorni nostri seppur declinata nelle tre diverse forme di ebraismo, cristianesimo ed islamismo**.

Proprio i numerosi e troppo spesso sanguinosi conflitti "di religione" hanno portato moltissime persone ad allontanarsi dalla fede.
Ma, come detto, l'essere umano non basta a se stesso.
Queste persone spesso hanno semplicemente sostituito Dio (con qualunque nome lo si voglia chiamare) con altro, ponendo la propria fede (= fidarsi, credere) in oggetti, concetti, idee... Basti pensare a quanti individui cercano la propria piena realizzazione nel lavoro, arrivando a sacrificargli tempo ed affetti: c'è chi non si sposa perché troppo impegnato professionalmente, chi non fa figli oppure divorzia per lo stesso motivo, per non parlare poi di tutti coloro che si trovano, per volontà o per dovere, a lavorare la domenica (in questo il cristiano vede infrangersi in un sol colpo almeno due dei dieci comandamenti, il primo ed il terzo. Anche il quarto, se il giorno di riposo venisse trascorso in famiglia).
Ma il lavoro è soltanto un esempio. Altra idolatria può essere quella verso la scienza nella sua esasperazione di scientismo, o, al contrario, verso la superstizione, oppure verso la natura, gli animali domestici...  
Tutte cose che, di fatto, riportano l'essere umano all'animismo. Con buona pace della presunta evoluzione e raggiunta modernità. Senza che questo ponga fine ai conflitti.

I conflitti, infatti, non nascono dalla religione bensì dal fanatismo. Un male di cui cadono vittime anche sedicenti atei. Basti pensare alle posizioni, talvolta davvero rigide ed intransigenti, adottate da animalisti e scienziati (ad esempio relativamente alla sperimentazione animale), vegani e carnivori e via di questo passo.
Avere convinzioni e viverle con coerenza non è sbagliato, così come sbagliato non è aver fede; i danni causati da estremismo e fanatismo, invece, sono drammaticamente sotto gli occhi di tutti, ripresi e diffusi dalla cronaca quotidiana.

Per approfondire:


*Fonte: "Archeologia - Teoria, metodi, pratiche" di C. Renfrew e P. Bahn, ed. Zanichelli
**Elenco in ordine cronologico

Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...