sabato 9 aprile 2016

Droga a scuola, evviva lo spacciatore!

Questa me l'ero persa. 
Stamattina, guardando "Uno Mattina in famiglia", ho avuto modo di ascoltare una notizia tanto assurda che sulle prime ho creduto di non essermi ancora completamente svegliata: qualche tempo fa i carabinieri hanno perquisito il liceo Virgilio di Roma ed arrestato uno studente spacciatore (peraltro recidivo); la reazione dei ragazzi - e di alcuni genitori - è stata quella di difendere il pusher, accusando la preside e le forze dell'ordine di aver calpestato i diritti degli allievi.

Appena terminata la colazione mi sono messa al computer ed ho cercato notizie in merito, nella speranza di aver davvero capito male l'intera vicenda e quanto detto dagli ospiti intervenuti in tv, ma no, ero già sveglia e lucida ed avevo compreso tutto esattamente.

Allora, cari genitori, vediamo di capirci: perché mandate i vostri figli a scuola? 
Pensateci pure con calma prima di rispondere, prendetevi qualche minuto di riflessione.
Poi, se la vostra risposta è simile a "mando mio figlio a scuola perché abbia un'educazione", allora sappiate che "educazione" non significa soltanto imparare a tradurre passi del De Bello Gallico o le favole di Esopo ma che, anzi, questa della cultura è soltanto la punta dell'iceberg educativo. 
La scuola è il primo organismo educativo che il bambino incontra uscendo dalla famiglia. Se fin da piccolissimo il bambino impara a comprendere il significato di e no, di concesso e proibito, grazie a quanto detto e fatto dai genitori, crescendo un po' ed entrando a scuola - materna o elementare che sia - il piccolo consolida l'apprendimento di questi concetti e ve ne affianca altri: posso giocare e correre a ricreazione, non posso salire in piedi sul banco, posso fare domande alla maestra, non posso tirare un pugno al compagno che mi sta antipatico...

L'educazione alla legalità è parte integrante del processo educativo, se davvero vogliamo che la scuola prepari i nostri figli a diventare i cittadini di domani e non degli animali che agiscono guidati dal semplice istinto, ed è giusto e sacrosanto che il rispetto della legge venga insegnato già sui banchi di scuola. Non soltanto attraverso "lezioni" ed amichevoli chiacchierate con gli insegnanti, ma anche se non soprattutto con l'esempio. Se spacciare è reato, è reato al night club, nel vicolo buio e malfamato e pure nel giardino interno del "liceo bene" della capitale. E se vi è un reato non è soltanto giusto, ma è doveroso che le forze dell'ordine intervengano per porvi fine.
Spiace per i figli di professionisti dai cognomi noti e dai conti bancari importanti che magari finiranno con la fedina penale sporca, sia però ben chiaro che questo epilogo non è causato né dalle forze dell'ordine né da presunti "presidi sceriffi", ma soltanto dal comportamento delinquenziale dei ragazzi stessi. Comportamento originato, forse, dalla latitanza educativa e dall'eccessivo permessivismo dei propri genitori. 

2 commenti:

  1. Concordo pienamente con te... e rimango anch'io basita da questa notizia. ... e oltre all'educazione alla legalità che dovrebbe essere insegnata con quella materia sconosciuta un tempo detta "educazione civica" (utilissima per illustrare i diritti e i doveri di una persona e il suo saper convivere con gli altri).... io aggiungerei anche l'educazione fisica e sanitaria.... nel senso che si dovrebbe iniziare a spiegare ai ragazzi che il corpo e la mente sono quanto di più prezioso possediamo e che già nell'età in cui ci si crede "indistruttibili" si gettano le basi della nostra salute futura... psichica e mentale... che non vanno inquinate con certe "porcate"!!! ;)

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    1. Agata, concordo con ogni tua singola parola.
      Grazie per il commento e a presto, ciao!

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