venerdì 30 ottobre 2015

Zucca, cucina e Halloween

Io la zucca la uso in cucina. Molto. Mi piace il suo colore, adoro il suo sapore, ne apprezzo moltissimo la versatilità e tra queste pagine potete trovare diverse ricette preparate con questo ortaggio dalle mille proprietà benefiche (come questa, o questa, ad esempio). 
Recentemente ho preparato un risotto squisito ai sapori d'autunno, con zucca e castagne.
Ingredienti:
  • riso integrale
  • zucca
  • castagne
  • olio e.v.o.
  • sale
Sì, lo so, questa volta ho aggiunto il sale. Ma davvero ci vuole, perché la zucca è molto dolce ed anche le castagne lo sono. E ne ho messo poco poco!
Non ho indicato le quantità perchè, come sapete, sono un'"anarchica dei fornelli", convinta che ciascuno debba sentirsi libero di variare le ricette a proprio gusto.
Allora, veniamo alla preparazione: innanzi tutto si lavano le castagne e le si mette a lessare, pulendole ben bene ed eliminando anche le pellicine. Poi si tagliano a tocchetti grossolani.
Si pulisce la zucca e si taglia anch'essa a pezzetti. Io ho tenuto anche i semi, perchè come certamente sapete i semi di zucca sono commestibili e... se "del maiale non si butta via niente", della zucca si butta via proprio pochino!
Si fanno soffriggere castagne e zucca con un po' d'olio d'oliva, si aggiunge il riso e lo si fa "saltare" brevemente prima di aggiungere acqua in quantità tale da assicurarne la cottura. Si regola di sale. 
Dal vivo i colori sono ancora più... autunnali!
Nel frattempo in una padella si fanno "saltare" i semi di zucca per qualche minuto.
Quando il riso è cotto, si impiatta aggiungendo anche i semi che, proprio come avviene per vongole, cozze ed affini, andranno tolti dal guscio per essere gustati.

E cosa c'entra in tutto questo Halloween? Per la verità, poco o nulla. Nel senso che, a parte la coincidenza di date, questo risotto può venir gustato in qualunque momento dell'autunno.
Come mai tanta gente vada matta per questa "festa" americana - sì, mi ostino a chiamarla americana perchè delle origini europee non ha conservato praticamente nulla, essendo cambiati i tempi e, guarda un po', essendosi evoluto l'essere umano - resta un grande mistero.
Per me altro non è che un modo per spillare quattrini agli adulti (zucche decorative da intagliare, costumi da comprare o preparare, caramelle e porcherie varie da dover avere in casa, feste alle quali "è impossibile mancare") e, peggio ancora, omologare fin da piccoli i bambini: sembra che se non ti vesti o non ti trucchi per Halloween non sei nessuno, ci sono persino delle scuole che richiedono che i bambini vadano a lezione vestiti da mostro o strega e, per favore, qualcuno mi spieghi la finalità educativa di questo (perchè, se non vado errata, il compito della scuola dovrebbe essere quello di educare). E tralascio di parlare dell'educazione alimentare, con la botta di zuccheri raffinati, coloranti ed additivi contenuti nei tanto desiderati "dolcetti"! Vorrei vedere quanti darebbero una fetta di crostata fatta in casa ai bambini che suonassero alla loro porta... 
Lì, tutti belli intruppati fin dalla scuola materna, a ripetere la cantilena che tutti intonano ossessivamente "Dolcetto o scherzetto?" e a doversi vestire da vampiro o da strega "perchè tutti si travestono ad Halloween". 
Per me il vero orrore è questo. 


mercoledì 28 ottobre 2015

T'Ienshu, ecco come è andata

Sarà che gli anni passano e non sono più la ragazza che 18 anni fa si è avvicinata, un po' scettica, al mondo delle arti marziali e dell'autodifesa; sarà che mano a mano che procedo nella pratica divento sempre più ingorda e voglio fare tutto. Fatto sta che lunedì mattina, quando sono schizzata su dal letto al suono della sveglia, ho urlato di dolore.
Perchè io, nel sonno, avevo dimenticato di essere reduce da due giorni di stage, ma i miei addominali se lo ricordavano benissimo.
E facevano un male cane. 
Quando poi ho messo i piedi a terra e ho provato ad alzarmi, mi sono accorta che non c'era un singolo muscolo, dall'ombelico in giù, che non mi facesse male. 

Questo perchè, dopo lo stage teorico di venerdì sera (al quale naturalmente ho preso parte con grande interesse, riempiendo di appunti il mio libretto che sta diventando la mia Bibbia del T'Ienshu), ho partecipato allo Stage di Base di sabato: un'ora bella intensa di allenamento tecnico, molto dinamico.
Tweet pre e post Delta
Al termine del quale si è tenuto lo Stage di PAD, il Programma Autodifesa Donna. E vi pare che avrei potuto rinunciare a parteciparvi, tanto più che c'era colui che il metodo l'ha ideato e codificato? Ma certo che no! E allora via, a cercare di difendersi da aggressori - ovviamente uomini - che nel migliore dei casi pesano almeno una decina di chili più della "vittima designata". Una passeggiata di salute...

E poi, domenica, come perdersi i Delta? Che diamine, sono programmi avanzati, riservati soltanto a chi ha raggiunto i livelli superiori nella pratica del T'Ienshu... ho sputato sangue per anni per potervi accedere, pensate che possano bastare un po' di doloretti alla schiena ed alle gambe a fermarmi? Ovviamente no! Durante il Delta 1 ho rischiato piuttosto seriamente di dare l'estremo saluto alla mia colazione a base di cappuccio e brioche (le proiezioni a terra di primo mattino... letali!) e poi, naturalmente, c'è stato il Delta 2...
Risultato: lunedì ero un residuato bellico.
Ma ancora adesso, se ripenso a quanto fatto con il Maestro Caposcuola, coi compagni di allenamento e con i ragazzi provenienti dalle altre Scuole, mi si dipinge un sorriso soddisfatto in faccia. E allora ne è valsa la pena. 

giovedì 22 ottobre 2015

Pasta al sugo d'autunno

In questi giorni sono occupata con la preparazione per il raduno nazionale di T'Ienshu e quindi sono un po' latitante dal blog, ma non volevo sottrarmi alla promessa fatta a Francesca di partecipare anche all'edizione autunnale dell'Independence Day.
Qualche giorno fa avevo già scritto la ricetta della crostata di fichi ed ora, dopo aver pensato al dessert, rieccomi qui con un primo piatto.

Mezze penne al sugo di bosco, in cui il sugo di bosco altro non è che un concentrato di funghi.
Dal fruttivendolo ho acquistato dei prataioli e dei pinarelli (naturalmente vanno bene anche i porcini, i chiodini... sapete che le mie ricette sono sempre molto libere!), li ho puliti per bene e tagliati a tocchetti; in un tegame ho messo un po' d'olio, uno spicchio d'aglio intero (così poi si leva) ed ho aggiunto un pomodoro tagliato a dadini ed i funghi che, naturalmente, hanno rilasciato un po' d'acqua. Dopo una decina di minuti ho eliminato l'aglio e frullato il tutto.
Nel frattempo avevo messo a cuocere la pasta e, scolatala un po' al dente, l'ho condita con questo concentrato di funghi, ultimando il tutto con un pizzico di prezzemolo tritato. 

Ora: per essere DAVVERO degno dell'Independence Day un piatto deve seguire alcune regole. Vi invito a partecipare e a condividere le vostre ricette d'autunno, ovviamente segnalandole a Francesca.
Poi, però, una volta finito l'ID d'autunno, in fatto di pasta, vi invito ad acquistare almeno una confezione del Pastificio Rummo. Io l'ho fatto, sebbene per questo abbia dovuto andare in un supermercato che non mi sta per nulla simpatico. 

martedì 20 ottobre 2015

Sport, educazione e regole

In questi giorni ha fatto parecchio scalpore la vicenda del giovane Nicolò Sperotto, terzino in prestito all'Arezzo, che ha registrato negli spogliatoi la sfuriata dell'allenatore Ezio Capuano dopo la sconfitta subita contro una squadra di Promozione. La registrazione, fatta con uno smartphone e condivisa dal calciatore coi compagni di spogliatoio, è poi giunta in qualche modo agli organi di stampa, facendo deflagrare la bomba della regola dello spogliatoio: Sperotto, infatti, è stato cacciato dalla squadra, vietandogli non soltanto di giocare le partite, ma persino di allenarsi. 
Del caso si è occupata anche la popolare trasmissione televisiva "Le Iene", con un servizio intitolato proprio "La regola dello spogliatoio".
Mentre scrivo questo articolo, il giovane terzino ha chiesto scusa al mister, riconoscendo di aver sbagliato a fare la registrazione, ma non è stato reintegrato nella rosa dei giocatori.

Non voglio entrare nel merito della vicenda, che conosco solo marginalmente, tuttavia si parla spesso dei valori dello sport, di come la pratica di un'attività sportiva sia palestra di vita e del potere educativo dello sport, ma se non vogliamo che queste siano soltanto parole gettate al vento dobbiamo anche accettare la disciplina attraverso la quale ci si prefigge di raggiungere questi valori. 
L'allenatore, il mister, il coach hanno il compito non soltanto di insegnare a calciare un rigore, fare un canestro da tre punti o battere un fuoricampo; hanno, prima di tutto, il compito di crescere ed educare degli individui attraverso lo sport. E l'educazione, nella civiltà umana, comporta l'assoggettarsi al rispetto di alcune regole. 

Questo può essere ancora più vero nell'ambito delle arti marziali che, come suggerisce il nome stesso, nacquero come "preparazione marziale", cioè "di guerra". Chi ha fatto il militare e persino chi, più semplicemente, ha avuto modo di vedere film incentrati sulla vita militare - poco importa che si trattasse della Seconda Guerra Mondiale, della Guerra del Vietnam o della vita dei Marines o dei Navy Seals - sa benissimo quanto sia importante il rispetto delle regole. Se sei un soldato semplice, il tuo superiore può ordinarti anche la cosa più stupida ed insensata e tu sei tenuto ad eseguirla. Senza obiezioni. Nella tua testa puoi pensare di aver a che fare con un perfetto idiota, ma mentre pensi questo il tuo compito è eseguire l'ordine che ti è stato impartito, senza protestare. 

L'insubordinazione, nella vita militare, non è tollerata ed è punita molto severamente. Altrettanto avviene nello sport, almeno se si desidera che questo sia davvero formativo per chi lo pratica e lo porti a crescere come persona più ancora che come atleta. 
Di certo avviene nelle arti marziali che siano degne di questo nome. 
Le regole, per quanto assurde possano sembrare, esistono per un motivo (temprare il carattere, insegnare l'umiltà, mitigare la superbia, rafforzare l'autostima...): ciascun individuo ha un proprio carattere e, di conseguenza, necessita di essere seguito e guidato in una determinata maniera, ma quando le regole non vengono rispettate, magari per più volte, allora può accadere che il Maestro allontani dalla scuola l'allievo. Il quale spesso nemmeno si rende conto di essere stato proprio lui, con il suo atteggiamento, a scegliere di andarsene. 

lunedì 19 ottobre 2015

I Nativi Americani

Generale B. Grant, artigiano dell'argento
ed artista. Cherokee.
"La storia la scrivono i vincitori": questa frase, attribuita da più fonti al gerarca nazista Göring, trova drammatica conferma nei fatti quando si cerca di indagare la storia del popolo americano. Quello originario, intendo, quello dei nativi americani.
Secondo studi effettuati - ovviamente a posteriori - è stato stimato che, quando gli europei misero piede nelle Americhe nel Quindicesimo secolo solcando l'oceano sulle rotte di Cristoforo Colombo, queste fossero già abitate da oltre 50 milioni di persone, 10 milioni delle quali stanziate nell'area divenuta gli odierni Stati Uniti. Col passare del tempo questi migranti europei ed i loro discendenti presero a premere da sud-est, avanzando sempre più nell'entroterra americano, uccidendo - con malattie e vere e proprie guerre armate - milioni di americani; stando a quanto riportato dal sito History, l'Ufficio di Statistica statunitense ha stimato che ad oggi ci siano circa 4,5 milioni di Nativi Americani e di Nativi dell'Alaska negli Stati Uniti, pari a circa l'1,5% dell'intera popolazione.

Il giovane artista Ginew Benton. Ojibwe.
Filmaker, cantante e ballerino.
"La storia la scrivono i vincitori", dicevamo, e questo è ancora più vero nel caso dei nativi americani che, decimati dagli immigrati europei, non avevano una cultura scritta ma tramandavano la propria lingua e le proprie tradizioni oralmente. Nel tentativo di tenere traccia dei diversi gruppi, gli antropologi ed i geografi hanno suddiviso i nativi in "aree culturali", riunendo insieme gruppi geograficamente vicini che condividono alcune caratteristiche; si sono così ottenuti dieci "macro gruppi": gli Artici, i Subartici, i nativi del Nordest, quelli del Sudest, quelli della Pianura, quelli del Sudovest, i nativi del Grande Bacino, quelli della California, della Costa Nordoccidentale e quelli degli Altipiani.

L'assenza di una cultura scritta ha fatto sì che per alcuni secoli, attraverso i libri prima ed i film poi (comunque realizzati dai "vincitori" o dai loro discendenti), gli "indiani" fossero descritti soltanto come sanguinari assassini, massacratori di donne e bambini indifesi. Solo negli ultimi decenni l'immagine dei Nativi Americani è stata rivalutata, ma troppo spesso pare ancora lontana dall'essere oggettiva ed oscilla tra quella degli spietati assassini del passato e quella dei fricchettoni newage.

Giovani ballerine Cree di Pianura.
Saskatchewan First Nations Pow Wow.
Nel mese di ottobre, negli odierni Stati Uniti viene celebrato il Columbus Day, occasione per ricordare quando il navigatore genovese approdò sulle sponde di quelle che credeva essere le Indie, ma anche per festeggiare l'orgoglio di essere discendenti di quei primi, veri americani. A New York da anni è attivo un gruppo no profit, creato da artisti ed educatori Nativi Americani lì residenti, con lo scopo di divulgare al grande pubblico il proprio patrimonio culturale attraverso canti, danze, rappresentazioni teatrali e lavori artistici: il Red Hawk Council (di cui fanno parte sia Generale B. Grant che Ginew Benton).
Inoltre sono diversi i Pow Wows organizzati nel corso dell'anno in diversi punti degli USA.

Per approfondire:

domenica 18 ottobre 2015

Crostata di fichi, ricetta d'autunno

A me l'autunno piace. E già vi sento dire: "Ma come, avevi scritto che ti piaceva l'estate!". Ed è vero. Mi piace l'estate, ma mi garbano pure la primavera e l'inverno - soprattutto se nevica - e, come appena detto, mi piace l'autunno: trovo che sia meraviglioso vivere in un Paese in cui si percepisca con una certa chiarezza l'alternarsi delle stagioni e non credo proprio che riuscirei a trasferirmi in un luogo in cui si festeggia il Natale in spiaggia con 30° o in cui è notte per metà dell'anno.
Uno dei motivi per cui amo tanto le stagioni è legato al fatto che sono una buona forchetta. 
Ogni periodo dell'anno, infatti, porta con sè colori, profumi ma anche sapori del tutto particolari.

E in autunno, quando le giornate si accorciano e comincia a fare freschetto, quando torna ad essere piacevole percepire il tepore del forno acceso in cucina, cosa c'è di meglio di una buona crostata di fichi per rasserenare anche un pomeriggio piovoso?
Le dosi per la ricetta della frolla, ormai più che collaudata, sono queste:
- 300 gr. di farina 00
- 100 gr. di zucchero
- 150 gr. di burro
- 1/2 bustina di lievito
- 3 uova (2 tuorli e uno intero)

Si utilizza burro a temperatura ambiente, così che possa amalgamarsi presto e bene con tutti gli altri ingredienti, e si lavora rapidamente la frolla. La si stende nella tortiera, dopo averne imburrato e infarinato il fondo così che la torta non "attacchi", si bucherella con una forchetta per evitare che lievitando si gonfi troppo e la si ricopre con generose cucchiaiate di confettura di fichi (qui trovate la mia ricetta per prepararla).

A questo punto non resta altro da fare che infornare a 180° per mezz'ora circa. Dopo di che ci si prepara a gustare una fetta di... autunno!
(Una fetta sola, mi raccomando, che questa è una vera bomba per l'indice glicemico!)

P. S.: Con questa ricetta partecipo all'Independence Day Autumn Edition di Francesca.

mercoledì 14 ottobre 2015

Bambini, sport e arti marziali

Bambine della Scuola Tao Xiè (foto: Paolo Taldo)
Lo sport è un elemento fondamentale per lo sviluppo sano dei bambini e ad affermare ciò non sono soltanto le società sportive ed i pediatri, ma persino le Nazioni Unite, che hanno inserito lo sport tra i diritti fondamentali.

Sebbene non venga citato esplicitamente, infatti, lo sport rientra in quelle "attività ricreative" richiamate dall'art. 31 della Convenzione sui diritti dell'infanzia e questo perchè all'attività sportiva viene riconosciuto il valore non soltanto di divertimento, ma anche formativo.
Giocando, i cuccioli si preparano alla vita da adulti
(foto: Beverly Joubert)
Così come i cuccioli giocano tra loro per mettere alla prova le proprie capacità e determinare il proprio ruolo all'interno del branco, allo stesso modo i bambini, "cuccioli" d'uomo, attraverso lo sport sperimentano le proprie capacità ed acquisiscono un ruolo sociale. Se i cuccioli di leone inseguono piccole prede per prepararsi alla loro vita da adulti cacciatori e si cimentano in giocose battaglie per stabilire il loro ruolo nel branco, i "cuccioli d'uomo" attraverso la pratica sportiva imparano a conoscere e "usare" il proprio corpo, prendono consapevolezza di sè ed apprendono il rispetto del prossimo e delle regole, basilare per prepararli alla vita di adulti ben inseriti nella società umana. 

Allievi di T'Ienshu in azione
Non a caso l'Unicef, il Fondo delle Nazioni Unite per l'Infanzia, suggerisce la pratica dell'attività sportiva e si impegna, anche in Italia, a promuovere una vita sana dei bambini, fondata sulla salute fisica, mentale e psicologica.
L'attività fisica regolare apporta numerosi benefici al corpo e alla mente: irrobustisce il fisico, sviluppa l'apparato osseo e rafforza quello muscolare, aiuta a ridurre il grasso e la pressione sanguigna, riduce lo stress, l'ansia e la sensazione di solitudine, migliora il rendimento scolastico ed aiuta a controllare vari rischi comportamentali, come l'uso di tabacco o altre sostanze, ma anche le abitudini alimentari scorrette e il ricorso alla violenza. Come dichiarato da Ann Veneman, Direttore esecutivo dell'Unicef, l'attività fisica promuove non violenza, tolleranza e pace.

Le arti marziali, poi, offrono ai piccoli allievi la possibilità di dare sfogo alla propria naturale aggressività all'interno di un contesto sicuro e controllato. Il T'Ienshu in particolare, ponendosi come disciplina educativo formativa, ha l'obiettivo di condurre il praticante a scoprire (o riscoprire) valori come l'autostima, il rispetto per se stesso e per gli altri, il senso di responsabilità. Collocandosi tra le arti marziali tradizionali e le moderne discipline da combattimento, il T'Ienshu mira a non condizionare l'individuo ma a guidarlo piuttosto lungo un percorso verso la conoscenza di sè; per gli allievi più giovani, i bambini, questo significa fornire loro la guida di insegnanti preparati e qualificati, che sappiano affiancare le famiglie nel delicato compito educativo.
Un momento di spiegazione teorica alla Scuola Centrale
Il Maestro e l'Istruttore devono essere guide autorevoli, capaci di accompagnare il bambino, attraverso il gioco e la pratica, lungo un percorso di crescita personale ed equilibrato, nel pieno rispetto del carattere di ciascuno. Pur essendoci una metodologia d'insegnamento ben delineata, proprio nel rispetto dell'obiettivo fondante del T'Ienshu - la valorizzazione dell'individuo - questa metodologia viene plasmata su ciascun piccolo allievo così da portare, ad esempio, il bambino più timido ad acquisire maggior sicurezza e, viceversa, riuscendo a porre un freno al bambino più estroverso ed irrequieto; portandoli, cioè, ad essere individui equilibrati.
Nella Scuola di T'Ienshu i bambini praticano in modo molto ludico e giocoso; l'attività deve essere per loro un divertimento e non certo un'imposizione. Ma, proprio come avviene per altri cuccioli di mammiferi, è attraverso questi "giochi" che i piccoli allievi hanno modo di interiorizzare e fare propri elementi che li accompagneranno nel corso della loro vita adulta.

Le Scuole di T'Ienshu in Italia:
- Scuola Centrale, M° Michele Montedoro (San Severo - FG): scuolacentrale@yahoo.it - 3286273678
- Scuola Wo Chen, M° Sabino Gemma e M° Davide Carpanese (Saronno - VA): gemmasabino@libero.it - accademiamarzialesaronno@gmail.com - 029692129 - 3383052798
- Scuola Tao Xiè, Istr. Alessandro Gomiero (Aosta - AO): a.gomiero@atelierproject.it 

martedì 13 ottobre 2015

T'Ienshu, in arrivo lo Stage nazionale

Ci siamo, ci siamo, ci siamo! 

A partire da venerdì 23 ottobre e per tutto il fine settimana il Maestro Caposcuola di T'Ienshu sarà alla Scuola Wo Chen di Saronno per una serie di incontri teorico/applicativi.
Come di consuetudine, la giornata di sabato sarà caratterizzata da incontri piuttosto "open", alla quale potranno accedere anche i più giovani iscritti, mentre la mattinata di domenica 25 sarà interamente dedicata ai praticanti di maggior esperienza e, soprattutto nella seconda parte, rivolta solo a Fasce Nere, Allievi Istruttori, Istruttori e Maestri (a proposito, l'avete letto il programma? Vi è già venuta l'acquolina in bocca eh!).
Che altro dire se non che ci vediamo sul tatami? A prestissimo! 

lunedì 12 ottobre 2015

Buone notizie!

Latitano da un po' di tempo, le mie buone notizie. Eppure, sebbene spesso trascurati dalla cronaca ufficiale di quotidiani e tg, si verificano avvenimenti piacevoli. E allora eccone qui una manciata, come di consueto in ordine alfabetico per argomento.

Ambiente - Esultano Greenpeace e le associazioni ambientaliste: il colosso del petrolio Shell ha deciso di abbandonare le trivellazioni in Alaska soltanto un mese dopo aver ottenuto le autorizzazioni dal Presidente USA Obama. Alla base della decisione di abbandonare i lavori, sigillando il pozzo aperto, ci sono i costi troppo elevati (qui la notizia).

Ambiente (2) - Oltre 200 nuove specie sono state scoperte in Himalaya orientale tra il 2009 e il 2014, ben 550 negli ultimi 15 anni. Lo rivela uno studio condotto dal WWF che conferma l'area come una delle più ricche biologicamente a livello mondiale. Tra le nuove scoperte, una scimmia che starnutisce ed un pesce che cammina (l'articolo qui).

Animali - I lemuri, animali simbolo del Madagascar, sono un po' più lontani dal rischio estinzione grazie all'Italia. L'unica stazione di osservazione italiana presente, infatti, gestita dal dipartimento di Scienze della Vita dell'Università di Torino in collaborazione con il Parco Natura Viva di Bussolengo, è riuscita a mettere in salvo ben 1600 ettari di foresta pluviale, habitat di queste antichissime e buffe bestiole (qui l'articolo).

Bambini - I Carabinieri si sono tramutati in ambulanza, salvando così, con una corsa provvidenziale all'ospedale, la vita a una bambina di soli 11 mesi. E' successo in Val Camonica e la notizia la trovate qui.

Onestà - L'impiegata di un'impresa di pulizie ha trovato una busta contenente oltre 5.000 euro e l'ha consegnata ai Carabinieri affinchè venisse restituita al legittimo proprietario. La donna è stata premiata con una "mancia" (qui la notizia).

Scuola - Meno carta, zaini più leggeri e famiglie che risparmiano: succede alla scuola media "Mazzini" di Roma, dove gli insegnanti hanno optato per dispense e blog riducendo spese e sprechi (la notizia qui).

Solidarietà - Gregorio Fogliani è un imprenditore italiano e fin qui non ci sarebbe nulla di strano, se non fosse che si è inventato un modo per far avere a prezzo stracciato prodotti sani ed invenduti alle famiglie in difficoltà: "Pasto buono". "Da otto anni la soddisfazione più grande è quella che mi viene dai trecentomila pasti che riusciamo a servire evitando lo spreco indecente del cibo che finiva nella spazzatura. Lo ritiriamo da ristoranti e fast food e a una cifra irrisoria finisce sulle tavole di famiglie indigenti e persone fragili colpite dalla crisi", ha dichiarato (qui l'articolo).

Sport - Sta meglio Alessandro Pagani, il giovane giocatore di basket crollato a terra colto da arresto cardiaco durante una partita e salvato grazie alla presenza di due medici sugli spalti e al tempestivo uso del defibrillatore. Ora Alessandro si sente un privilegiato e vuole iniziare la sua seconda vita con il piede giusto: desidera imparare a fare il massaggio toracico. Per essere utile, in caso di necessità, a chi avesse un malore (qui la notizia).

martedì 6 ottobre 2015

Mille


Questo è il millesimo post di Nonsolobotte
Prima di mettermi a scriverlo, ho frugato un po' tra le etichette: meglio "festeggiare" con un articolo nato da fatti di cronaca o con una ricetta? O, forse, meglio "tornare alle origini" con un post sulle arti marziali? E poi ci sarebbero quel paio di libri letti e ancora da recensire... e quel film tanto divertente visto proprio poco tempo fa... Per non parlare, poi, delle "Buone notizie": che ci sarebbe tanto bisogno di scriverne qualcuna!

Alla fine ho deciso: 1000 è 1000 e basta, quindi un po' MeMe e un po' Vita Vissuta. 
E "buon non-compleanno" a Nonsolobotte!

lunedì 5 ottobre 2015

Carta, pennelli e fantasia: così il caffè diventa opera d'arte

C'è chi - come me - il caffè lo beve. A volte anche in quantità impressionanti, nella speranza di svegliarsi e "carburare" per bene prima di cominciare una giornata impegnativa. 

Poi c'è chi dal caffè trae opere d'arte. E' questo il caso del giovane Michael Aaron Williams, artista nato nel 1988 in Tennessee che, partendo da una tazzina di caffè, un po' d'inchiostro e fogli di vecchi quaderni del 1920, realizza splendidi dipinti. 
La scelta del caffè è dettata dal fatto che Williams ritiene che sia un colore naturale che si adatta e fonde perfettamente con quello della carta antica, da lui scelta quale supporto per le proprie opere. 

"La mia arte è un racconto, poesia visiva che vuole essere una dichiarazione sociale e far muovere l'osservatore verso un'azione, una realizzazione. Una parte importante del mio lavoro si concentra sulle strade, il luogo dove le persone vivono la loro vita quotidiana; questo mi permette di interagire con il pubblico su un terreno comune ed osservare come reagisce all'arte, si tratta di un esperimento sociale".

Le persone sono al tempo stesso soggetto e destinatari delle opere di Williams, che realizza per lo più ritratti e che recentemente ha trascorso due mesi in un orfanotrofio della Thailandia traendo ispirazione dai bambini lì ospitati e dalle loro vicende. Il suo obiettivo è quello di mostrare la loro bellezza e la loro fragilità, facendo in modo che l'osservatore non possa più dimenticarli. 

Williams ama interagire con il pubblico e per questo realizza anche opere di streetart, mostrando per lo più la fragilità della gente di strada e, al contempo, la loro effimera bellezza. Sempre con l'obiettivo di scuotere l'osservatore e portarlo ad agire, a fare qualcosa concretamente. A darsi una svegliata, insomma. Anche senza bisogno di caffè.
Esempio di streetart di Williams a Londra.

venerdì 2 ottobre 2015

Europa, profughi e qui si fa la storia

Su facebook circola, già con parecchie condivisioni, una lettera aperta che una certa Candida Nastrucci ha indirizzato niente meno che ad Angela Merkel. Io, che su facebook non ci sono e non ho la minima intenzione di andarci, ho ricevuto il testo via mail e lo riporto qui di seguito. Anche le foto hanno la stessa fonte. 

Cara Merkel, così non va.
Mi trovavo a passare ieri tra l'Austria e la Germania, in realtà andavo da Linz a Innsbruck e nel mio vagone c'erano tre famiglie non tedesche, non europee, siriane. Persone a modo, che parlavano bene l'inglese, ovviamente di buona istruzione. Marito e moglie con figlio adolescente. Le famiglie si conoscevano, nel viaggio da Linz a Salisburgo si scambiavano i caricatori dello smartphone e giocavano su internet. Persone normali, se di normalità si può parlare, persone comuni. Il padre della famiglia accanto a me mi ha aiutato con la valigia e la montagna di borse che mi portavo e che non si sapeva dove sistemare per far passare il carrello delle vivande. Ho pensato, è bello trovare persone gentili, ha pensato a me e alla mia aria trafelata, sempre di corsa.
Si viaggia in silenzio. Da Vienna il treno era diretto a Innsbruck con fermata a Salisburgo, poi Innsbruck.
Il treno si ferma, dal finestrino vedo arrivare due montagne di uomini in blu armati di pistole con scritto Polizei sulla maglietta. Prima rimangono alle porte, salgono e scendono. Poi salgono ed iniziano a camminare nel vagone, io la prima seduta vicino la porta, non mi guardano. Si fermano ai sedili avanti al mio. Vedono una donna con la sciarpa sui capelli, un ragazzino e un bambino. Gli chiedono il passaporto in tedesco, loro non capiscono, poi ripetono la domanda in inglese. Rispondono che non hanno i documenti. Panico nel vagone. Il poliziotto gli dice di scendere dal treno ma loro non si muovono. I poliziotti si allontanano e scendono dal vagone. Il Gelo. Dopo 2 minuti tornano con un altro poliziotto uno biondo, alto e minaccioso e una poliziotta anche lei armata, e una ragazza bruna con i capelli neri lunghi e un gilet giallo, una traduttrice, adesso sono in 5 sul treno ed altri poliziotti in divisa fuori dal treno. Il tono è perentorio vogliono i passaporti. La donna lo consegna e dice "...we come from Siria..." l'ariano enorme sentezia a brutto muso... "You have do get out of the train now!".
Non ce la faccio a stare zitta... Non ce la posso fare. Mi vengono le lacrime agli occhi, ma sono troppo arrabbiata per tacere. A cosa stavo assistendo? Al remake della "La vita è bella" che fece piangere la mia amica tedesca Ute quando lo vedemmo insieme ai tempi di Oxford? Ma che roba era quella? La ghestapo del 2015?
Qui si fa la storia adesso e che razza di storia stiamo facendo?! Quindi parlo. Guardo l'ariano e gli dico in inglese... "what are you doing? It's not right what you are doing, let them stay" e lui con voce dura, seccata ed arrogante mi risponde "This is not your business, they have to get out". Io gli chiedo "why?" e lui "...This is not your business" gli dico che sì "it's my business, I am European, we are in Europe and you can't throw away people travelling in Europe". Lui continua e dice di farmi gli affari miei e io rispondo che sono affari miei. Tutti tacciono e guardano in basso. Poi l'ariano biondo li ha costretti ad alzarsi ed è riuscito a far scendere loro e altre persone siriane che erano circa 10. Li ho seguiti fino all'uscita continuando in inglese a dire alla polizia che stavano sbagliando e uno di loro mi risponde "... this train pass across Germany and we Austran have the order not to let anybody pass Germany". Ma noi stavamo andando a Innsruck con un treno veloce senza fermate, la Germania era solo di passaggio, che scusa è questa?! Ecco che un'altra voce si fa più forte dentro di me... We follow... the orders... Noi seguiamo gli ordini... No. Non ci siamo proprio. Non avete imparato nulla?
Io ho ho l'email della donna siriana, gliel'ho chiesta mentre scendeva dal treno, voglio sapere dove li avete mandati. I bambini fatti scendere da quel treno erano terrorizzati, guardavano i genitori con gli occhioni spalancati e noi con gli sguardi interrogativi, "perchè?"
Ma è questa l'Europa?
La storia siamo noi, facciamo che ognuno di noi abbia un pezzetto di responsabilità, il cielo è uno, la terra è una, i confini non esistono, l'ignoranza è il nostro confine più grande, insieme alla mancanza di immedesimazione, di compassione, di empatia.
Siamo tutte persone uguali su questa tera a prescindere da dove si nasce, tutti dovrebbero avere le stesse possibilità di vivere una vita felice, e soprattutto nessuno dovrebbe avere il diritto di farti scendere da un treno... a meno che tu non abbia il biglietto... ovviamente.

Candida Nastrucci
25 Settembre 2015

Si tratta di una bufala? Questo io non lo so, certo è che la lettera è rintracciabile su facebook e che Candida Nastrucci risulta presente nei motori di ricerca; se poi la biochimica e biologa sia la stessa persona autrice del testo qui riportato, non ho modo di accertarlo.
Se volete, cercate di risolvere il mistero e, insieme a questo, ve ne lascio un altro su cui riflettere: è questa l'Europa che vogliamo?
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