venerdì 3 gennaio 2014

Pubblica Amministrazione: Italia peggio di Tonga e Azerbaijian

Chiunque abbia dovuto registrare un atto pubblico, cambiare residenza o utenza o richiedere il duplicato di un documento, almeno una volta nella sua vita si è chiesto se per essere dipendenti pubblici sia indispensabile essere pigri ed inconcludenti. La risposta, ovviamente, è no, non è indispensabile, ma forse aiuta. Almeno in Italia.
Qualche dubbio, lo confesso, mi era venuto quando, dopo sei anni e mezzo di contratti a tempo determinato sempre prorogati all'interno di una pubblica amministrazione, sono stata liquidata senza troppi complimenti e condannata alla disoccupazione mentre una mia ex collega, decorativa quanto un Ficus Benjamin ma decisamente meno attiva e dal mantenimento più oneroso (non si accontentava di acqua, sole e fertilizzante...), era stata liquidata venendo trasferita presso un Ministero: in pratica, promossa. Ma la certezza mancava.
Forse ero io che, dopo anni di lavoro sempre prestato coscienziosamente e nell'interesse dell'utenza, vivevo male la vicenda. Il fattore emotivo non era trascurabile.
Ora, però, è arrivata la freddezza della scienza a dare ragione alle mie elucubrazioni, con dati e statistiche che non mentono: nella puntata di Superquark andata in onda giovedì 2 gennaio, infatti, Piero Angela si premura di ricordarci come, secondo le stime della Banca Mondiale, l'Italia non figuri nei primi 15 Paesi mondiali per efficienza della pubblica amministrazione. E neppure nei primi venti. E nemmeno nei primi 50.

Tolte di mezzo le quasi imbarazzanti nazioni scandinave, caratterizzate da una solerzia pubblica che ha dell'inverosimile per noi poveri tapini ormai rassegnati all'italico lassismo, ed esclusi anche Paesi come Singapore, Hong Kong e Stati Uniti (piazzati nei primi 5 posti a livello mondiale), inizia un'imbarazzante discesa negli inferi dell'inefficienza planetaria. Le Isole Fiji non se la cavano bene, relegate al 60° posto della classifica, ma noi italiani riusciamo a far di peggio: Tonga (62°) e Azerbaijian (67°) hanno infatti un apparato burocratico più snello ed efficiente del nostro.
Nel pantano della burocrazia sprofonda il Kirghizistan, staterello asiatico di 5 milioni di abitanti al confine con la Cina, al 70° posto nella classifica mondiale. E ben sotto i suoi piedi, ricoperti dalla melma, a quota 73 ecco finalmente l'Italia.

Le motivazioni, come esaurientemente spiegate nel filmato - che trovate sul finire della puntata di Superquark, qui riportata integralmente - non sono difficili da immaginare: corruzione, nepotismo, assenza di meritocrazia.
Qualche dubbio, lo confesso, mi era venuto...

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